Cinque curiosità su Philippe Daverio
Condividiamo con voi alcune notizie sullo storico dell'arte scomparso il 2 settembre 2020
Oggi è scomparso Philippe Daverio, un uomo che sapeva far suonare le corde della bellezza per creare sinfonie artistiche meravigliose. Storico dell’arte e divulgatore, Daverio aveva fatto conoscere l’arte a tutti gli italiani, prendendoli per mano ed accompagnandoli alla scoperta di questo universo meraviglioso che solo lui sapeva rendere semplice ed al tempo stesso interessante. Condividiamo cinque curiosità su Philippe Daverio.
L’indimenticabile conduttore di Passepartout, è morto il 2 settembre 2020 all’istituto dei Tumori di Milano. Molto riservato sulle sue condizioni di salute, di cui non aveva mai parlato, Daverio lascia la moglie Elena e il figlio Sebastiano.
Nato il 17 ottobre 1949 in Alsazia, tra poco più di un mese avrebbe compiuto 71 anni. Quarto di sei figli, aveva madre alsaziana e padre italiano. Fu gallerista a Milano nel 1975 quindi a New York nel 1986. E’ stato autore di numerose pubblicazioni tra cui le nostre preferite sono “Grand tour d’Italia a piccoli passi”, un itinerario tra la storia e l’arte di ogni tempo, “Il gioco della pittura. Storie, intrecci, invenzioni”, storie eccentriche, trasversali osservate dal suo sguardo laterale ed “Il secolo lungo della modernità. Il museo immaginato”, un libro che regala un nuovo punto di vista ritrovando il gusto di guardare la pittura.
Assessore, docente, direttore di musei, conduttore, collaboratore di riviste come Vogue, Panorama, Avvenire, Il Sole 24 Ore, National Geographic, Touring Club, L’architetto solo per citarne alcune delle innumerevoli testate con cui ha lavorato.
Direttore del periodico Art e Dossier, una miniera d’arte e di bellezza è stato un perfetto divulgatore d’arte.
Dallo scorso settembre aveva fatto “Muagg – Il museo aggratis”, un’interessantissima rubrica per Striscia la Notizia in cui donava ai suoi ascoltatori consigli preziosi sull’arte. E lo faceva con un breve servizio in cui proponeva curiosità fra le italiche bellezze tutte “aggratis”. Ecco dove vedere i suoi servizi in tv.
Ecco cinque curiosità su Philippe Daverio
Noi vogliamo ricordarlo, condividendo con voi cinque curiosità su Philippe Daverio. Forse non tutti sanno che:
- Parlava tantissime lingue. Conosceva le lingue europee che padroneggiava egregiamente. Era madrelingua italiano, francese e tedesco. Imparò perfettamente lo spagnolo e l’inglese. E poi si dilettava a parlare in veneziano, alsaziano, milanese e svizzero tedesco.
- Daverio non si è mai laureato. Studiò economia e commercio alla Bocconi di Milano ma non completò mai la tesi nonostante avesse terminato tutti gli esami. Lui stesso spiegava la cosa con queste parole «Io non sono dottore perché non mi sono laureato, ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969, in quegli anni si andava all’università per studiare e non per laurearsi»
- Fu bibliotecario a Salemi nella giunta di Vittorio Sgarbi. Ma con la Sicilia ha avuto in passato un rapporto di odio e amore. Daverio si è anche scagliato contro la Sicilia. Famosa è la polemica scatenata al Borgo dei Borghi dove aveva dichiarato che a lui ‘la Sicilia non piaceva’, salvo poi pubblicare una lettera di scuse “a tutti i siciliani , e so che alcuni mi capiranno, almeno quelli non troppo suscettibili ai pizzicotti critici”.
- Numerose sono state le onorificenze ricevute da Daverio. Tra le tante ricordiamo quella di Cavalierato delle Arti e delle Lettere, la Medaglia d’Oro di benemerenza del Ministro per i Beni Culturali e Premio Nazionale Toson d’Oro di Vespasiano Gonzaga – Rotary Club Casalmaggiore Viadana Sabbioneta. La motivazione? «Per l’impegno nella diffusione della cultura e nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico italiano.»
- Aveva varie centinaia di cravattini! Perché Daverio vestiva così colorato? E perché indossava sempre il papillon? In un’intervista ad Elle Italy affermava di avere una vasta gamma di cravattini che comprava “nel mondo anglosassone, in giro per Londra, New York, Boston; un po’ a Parigi, da Charvet, in place Vendôme; un po’, quando li trovo, in Italia, ma qui c’è il problema che li vendono già annodati.” Affermava di non aver mai portato una cravatta, anche se talvolta qualcuno gliene regalava per sbaglio una. “Mi sono sempre vestito così, molto colorato, e rivendico per gli uomini il diritto di farlo.” Perchè “È colpa della modernità se ora sono tutti in grigio e nero. Del resto, nei momenti storici di apertura sociale, quando nuovi individui devono essere integrati, i maschi diventano monocromi, così sono immediatamente presentabili e dunque accettabili.” Affermava l’uso del colore come espressione della propria personalità.
Daverio ha sempre creduto che:
“La memoria naturale che ognuno di noi si trova a coltivare sia quella dei racconti dei nonni e che quella effettiva e tangibile sia legata alla data di nascita del proprio padre e della propria madre”. (Tratto da “Il secolo spezzato delle avanguardie. Il museo immaginato”).
Dunque onoriamo così, con queste cinque curiosità sull’indimenticabile autore, il grandissimo Philippe Daverio che rimarrà per sempre nei nostri cuori.