Cosa leggere al tempo del Coronavirus?
La letteratura e le epidemie: riflessioni
Cosa leggere al tempo del Coronavirus? Lasciamoci ispirare dai grandi maestri della letteratura di tutti i tempi, perché i racconti delle epidemie sono un ottimo modo per esorcizzare la paura. Oltre, ovviamente, ad adottare tutti i comportamenti corretti per evitare il contagio. Qui il nostro articolo sul “Decalogo del Ministero della Salute contro il Coronavirus“. Ma torniamo ai nostri maestri.
Un libro è sempre un’ottima fonte di riflessione e spunto per capire e analizzare il presente alla luce del passato e con le meditazioni di menti letterarie.
Già nel ‘600 “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno” e dintorni furono interessati dal racconto della peste manzoniana:
In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche di proferire il vocabolo. Poi, febbri pestilenziali: l’idea s’ammette per isbieco in un aggettivo. Poi, non vera peste, vale a dire peste sì, ma in un certo senso; non peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome. Finalmente, peste senza dubbio, e senza contrasto: ma già ci s’è attaccata un’altra idea, l’idea del venefizio e del malefizio, la quale altera e confonde l’idea espressa dalla parola che non si può più mandare indietro.
(“I Promessi Sposi” – Alessandro Manzoni)
Sembra un déjà vu, una descrizione molto attuale. Notizie dette e non dette, poi esplose. Voi che ne pensate?
Un altro libro che viene in mente è “Cecità” del premio Nobel per la letteratura portoghese Josè Saramago. Un romanzo del 1995 in cui si narrano le vicende di un oculista che si trova ad essere il paziente uno di una nuova epidemia mondiale, un contagio di cecità, appunto. Il racconto analizza l’evolversi della vicenda, il comportamento umano dinanzi ad una situazione del genere con un epilogo a sorpresa. Non sveliamo di più se non avete ancora letto l’opera di Saramago. Ma ecco una frase che ben riassume il senso di indifferenza espresso dal libro Cecità:
Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.
(“Cecità” – Josè Saramago)
Cosa altro leggere al tempo del Coronavirus? Un ultimo consiglio letterario interessa uno degli ultimi libri di Dan Brown che proprio di un misterioso virus narra, con risvolti più fantascientifici. Il romanzo si chiama “Inferno”, è del 2013, e non delude gli appassionati del genere. La frase che citeremo è sicuramente la più calzante per questo periodo di Covid19.
Esiste un’unica forma di contagio che si trasmette più rapidamente di un virus.
Ed è la paura.
(“Inferno” – Dan Brown)